di Antonello Sette
Dottor Federico Coccia, qualche virologo ha detto che è bene guardarsi dai cani e dai gatti, perché possono favorire la diffusione del Covid. Lei che cosa risponde?
Sono leggende metropolitane – spiega il veterinario dei vip rispondendo all’Agenzia SprayNews – che non hanno nulla di scientifico, di vero e di verosimile. Non esistono casi accertati e neppure sospetti. Si sono attaccati a un barboncino, che vive in una casa di Bari. per costruire un teorema che non esiste.
Tutti i cani e i gatti d’Italia tirati in ballo per un solo barboncino, a fronte di più di un milione di uomini contagiati? Ma almeno era positivo?
La sua padrona aveva contratto il virus e aveva sviluppato la malattia. Anche io ho un barboncino. So come sono affettuosi e quanto ti stanno vicino. Alla sua padrona avrà dato baci, la avrà leccata sulle guance, sulle labbra, dappertutto. L’hanno sottoposto alle analisi insieme al resto, presumo, della famiglia e hanno rilevato una positività debolissima, la stessa carica virale vicina al nulla, che potremmo riscontrare se tamponassimo un telefonino, una bottiglia o un bicchiere. Il virus si era solo posato sul barboncino e non era in alcun modo replicabile. I cani non possono infettarsi e, tantomeno, contagiare le donne e gli uomini con cui vengono a contatto, in famiglia o al parco. I virologi si rassegnino. Questa è una infezione interumana, fra uomo e uomo. E basta.
Perché gli uomini sono vulnerabili e cani e gatti no?
Il Covid ha trovato nell’uomo l’ospite perfetto, quello numericamente ineguagliabile e socialmente più attivo. Il virus è andato sul sicuro. Ha scelto il bersaglio più largo più comodo. Io non so come sia nato il Covid, se da un pipistrello in un luogo lontanissimo o all’interno di un laboratorio. So, però, e con assoluta certezza, che viene trasmesso dall’uomo, si replica sull’uomo e che i cani, i gatti e tutti gli altri animali di compagnia domestica non c’entrano un bel nulla. Se sei positivo al Covid 19, vuole dire che sei stato a contatto con un altro uomo positivo al Covid. Da qui non si sfugge.
Ma come e perché è nata la leggenda dei cani e dei gatti contagiosi?
Evidentemente qualcuno aveva bisogno di popolarità. Ultimamente abbiamo visto tante persone che, pur di andare in tv, fanno a gara a chi la spara più grossa
A proposito, a lei sembra normale che, nonostante autorevoli appelli, i virologi continuino a dividersi e a litigare, come fanno le star dei talk show?
Da medico mi fa molto male. E fa male alla scienza. Io i virologi li vedo come tanti galli nello stesso pollaio, che vogliono uscire allo scoperto e sentirsi l’unico gallo, con intorno solo tante galline. Non posso farci niente. Facciano e dicano quello che vogliono, ma lascino in pace cani e gatti, perché non c’entrano niente. Loro non possono parlare. Io sì. E mi arrabbio quando qualcuno li chiama in causa e blatera, invece di tacere.