Era prevedibile ma adesso arriva una ricerca scientifica a confermarlo. Riuscire a parlare con i propri familiari durante il ricovero, allunga la vita. E’ quanto emerso da uno studio condotto su tutti gli anziani ricoverati con Covid-19 dal 29 marzo al 29 aprile presso l’Azienda ospedaliera universitaria Sant’Andrea di Roma, in un reparto a medio bassa-intensità fuori dalle terapie intensive e sub-intensive. Nei pazienti anziani che hanno avuto la possibilità di videochiamare i propri familiari, il rischio di mortalità si è ridotto dal 40 al 20%.
L’isolamento negli ospedali, nelle case di cura, nelle Rsa ha avuto effetti non solo a livello mentale, con l’emergere della depressione, ma anche sullo stato di salute dell’anziano, questo perché si assiste anche a un incremento della produzione di molecole proinfiammatore e all’abbassamento delle difese immunitarie antivirali. I danni recati alla salute dall’isolamento possono essere smorzati dalla possibilità di utilizzare la videochiamata per offrire una comunicazione di qualità tra gli anziani e i loro familiari e amici.
Gli esperti, a tale scopo, propongono di mettere a disposizione dei degenti un tablet per connettersi ai parenti, aiutando i più fragili o gli anziani con deficit cognitivi a superare gli ostacoli tecnologici, visto che dallo studio è ulteriormente emerso che buona parte degli anziani non posseggono un telefonino o ne possiedono uno di vecchia generazione che non permette le videochiamate.
Dalla ricerca è emerso poi che:
– gli uomini hanno più spesso un cellulare e lo usano più delle donne per le videochiamate: il divario di genere ammonta a circa il 10% e vale non solo per il possesso, ma anche per l’uso dello smartphone, più limitato al femminile.
– il 22% dei degenti analizzati non aveva un cellulare e anche chi ne possedeva uno in sei casi su dieci non aveva la possibilità di fare una videochiamata perché si trattava di un vecchio modello senza telecamera.
-il 56% avrebbe potuto chiamare i parenti ma l’81% non è riuscito a fare una videochiamata: il 16% avrebbe avuto bisogno di aiuto per usare il telefono, il 10% non riusciva per la presenza di gravi patologie cognitive, il 6% non poteva sentire o parlare a causa del dispositivo per l’aiuto alla respirazione.