La notizia è stata rilanciata dalal Fondazione Veronesi che scrive: “Ci sono nuove indicazioni di un legame tra l’Alzheimer e il diabete di tipo 2. Usando la microscopia crio-elettronica, un gruppo di ricercatori tedeschi ha ottenuto per la prima volta un’immagine molto nitida di come le singole molecole siano caratterizzate da sequenze molecolari proteiche (fibrille) che costituiscono i depositi rilevabili nel pancreas di chi è ammalato di diabete. E la struttura di tali fibrille è risultata molto simile a quella riscontrabile nel cervello di chi ha la malattia di Alzheimer. Questi risultati sono stati ottenuti da studiosi dell’Università di Duesseldorf (Centro di ricerca Juelich) e dell’Università di Maastricht e pubblicati sulla rivista Nature Structural & Molecular Biology”.
E’ una notizia scientifica che conferma dati “vecchi” di 120 anni quando il patologo americano Eugene Lindsay Opie scoprì che nel pancreas delle persone con il diabete 2 erano presenti degli accumuli di proteine simili a quelli trovati, a seguito di un’autopsia, nel cervello dei pazienti affetti da diverse malattie neurodegenerative. I depositi, conosciuti come isole di amiloide, comprendevano sottili filamenti di proteine (fibrille). Nel caso del diabete, a comporli è l’ormone peptide Iapp. Questi, nel pancreas, contribuiscono alla disfunzione e alla morte delle cellule beta, responsabili della produzione di insulina.