Mentre prosegue in tutto il mondo la corsa al vaccino contro il coronavirus, arrivano notizie incoraggianti dal candidato “antidoto” messo a punto dall’istituto Jenner dell’Università di Oxford in partnership con l’azienda italiana Irbm di Pomezia.
“Ha indotto una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56esimo giorno della sperimentazione in corso”, si legge sulla rivista Lancet, dove sono stati pubblicati i risultati preliminari riferiti alla fase 1-2 di sperimentazione, attualmente in corso, che ha coinvolto 1.077 adulti sani. Saranno necessari ulteriori studi per confermare se il vaccino protegga effettivamente dal Covid-19.
Dai risultati delle sperimentazioni, è emerso, come spiegato dai ricercatori sulle pagine della rivista specializzata, che il vaccino ChAdOx1 sembra essere “sicuro” e con “pochi effetti collaterali”. Sugli oltre mille pazienti coinvolti nei test, si sarebbe rilevato in grado di determinare “forti risposte” nella produzione di anticorpi e cellule immunitarie T fino al 56esimo giorno della sperimentazione clinica, attualmente in corso.
Le risposte al “candidato” vaccino, come sottolineato dagli esperti dello Jenner Institute, “possono essere addirittura maggiori dopo una seconda dose, secondo uno studio su un sottogruppo di 10 partecipanti”. I ricercatori invitano comunque alla cautela, in quanto i risultati ottenuti sono incentrati sulla risposta immunitaria misurata in laboratorio. “Ulteriori studi sono necessari per confermare se il vaccino protegga effettivamente dal Covid-19”, precisano i ricercatori.
Promettenti risultati arrivano anche dai risultati delle sperimentazioni cliniche di fase II di un vaccino cinese (Ad5-vectored COVID-19 vaccine), testato su oltre 500 pazienti. Come riporta la rivista specializzata Lancet, il candidato “antidoto” sembra essere “sicuro” e in grado di indurre una risposta immunitaria nella produzione di anticorpi e cellule immunitarie T.
Si tratta di un vaccino basato su un comune virus del raffreddore umano (un adenovirus attenuato e quindi innocuo) che va ad agire sulla proteina Spike, utilizzata da Sars-CoV-2 per agganciarsi alle cellule del sistema respiratorio umano e penetrare al loro interno. È in corso la fase III di sperimentazione sull’uomo.