Parkinson, una biopsia della pelle potrebbe favorire la diagnosi precoce

La ricerca dell' Università Statale di Milano: le terminazioni nervose nella cute dei pazienti presentano degli aggregati di alfa-sinucleina, la proteina difettosa che causa la malattia

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15 Settembre 2020 - 19.24


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Un gruppo di ricercatori italiani sta studiando la relazione tra pelle e Parkinson. Ne parla lo studio pubblicato sulla rivista Brain dall’Università Statale di Milano. I ricercatori hanno collaborato con il Centro Parkinson dell’Ospedale Gaetano Pini-CTO e con la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson. Gli scienziati hanno scoperto che le terminazioni nervose nella cute dei pazienti presentano degli aggregati di alfa-sinucleina, la proteina difettosa che solitamente si accumula nel cervello a causa del Parkinson. Questi aggregati potranno essere utili per diagnosticare e monitorare i pazienti nel tempo con una semplice biopsia della pelle, ma non solo. La loro presenza rafforza anche l’ipotesi che il Parkinson insorga alla periferia del sistema nervoso. Solo in un secondo momento si propaga al cervello, scatenando gli effetti che conosciamo.
Il Parkinson si manifesta mediamente intorno ai 60 anni di età, soprattutto nel sesso maschile. Solo il 5% dei casi ha esordio giovanile, prima dei 40 anni, e riguarda generalmente forme di origine genetica e familiare. Dopo i 70 anni d’età colpisce l’1-2% della popolazione. In Italia si registrano circa 230.000 pazienti.
Lentezza nei movimenti, rigidità e tremore a riposo sono i classici sintomi che fanno subito scattare l’allarme. I pazienti «iniziano solitamente ad accorgersi della malattia quando il tremore diventa invalidante e le azioni della vita quotidiana come camminare, vestirsi o girarsi nel letto, diventano complesse da svolgere e richiedono tempi aumentati». Quando questo accade, però, significa che la lenta moria dei neuroni del cervello è già cominciata. Per fare una diagnosi più tempestiva, invece, bisognerebbe fare attenzione a segnali molto più sfumati che annunciano la malattia in anticipo. Prima che si manefestino i terribili deficit motor, ci sono altri segnali da non sottovalutare come disturbi del sonno, ansia, depressione e disturbi dell’olfatto.

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