Una capsula sensorizzata, ad alto grado di autonomia e guidata dall’esterno da un braccio robotico potrà effettuare uno screening accurato dell’apparato digerente e contrastare le molteplici malattie che interessano questo tratto, ad oggi la prima causa di ricovero ospedaliero sia in Italia che in molti altri paesi industrializzati. Questo in sintesi lo scopo del progetto “Autocapsule”, finanziato dalla Commissione Europea a un consorzio di enti di ricerca e imprese coordinato da Giuseppe Iannaccone, docente di Elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa.
Il gruppo di ricerca al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione si occuperà dello sviluppo dell’elettronica necessaria per pilotare i sensori, acquisire i segnali, comunicare con l’esterno e fornire potenza alla capsula in modo wireless attraverso il corpo umano. Elettronica che sarà tutta realizzata su chip, per occupare poco spazio e consumare poca potenza.
Oltre che da ingegneri, il consorzio che lavorerà al progetto sarà supportato da un gruppo di esperti clinici e da imprese nel settore biomedicale e robotico, in modo da poter avere un riscontro continuo sulla trasferibilità della ricerca nel settore clinico e industriale.
Il progetto è iniziato il primo novembre, ha una durata di quattro anni ed è condotto da un consorzio di cui fanno parte l’Università di Leeds, l’Università di Glasgow, IMEC, Quantavis, oltre all’Università di Pisa che coordina il progetto.